Biografia
Oltre sessant’anni di carriera, tanti riconoscimenti, passerelle importanti in giro per il mondo, e ora un abito da collezione esposto alla Villa Reale di Monza all’interno della mostra “Bellissima”, una sua Barbie in abito bianco al Mudec, il Museo delle culture a Milano … E un libro sulla sua vita, in fase di lavorazione e in uscita in primavera. Raccogliere la storia di Lorenzo Riva, 77 anni, della sua moda sì, ma soprattutto della sua vita, del suo modo di concepirla e di viverla è affascinante. Davanti a me non ho lo stilista di Piazza di Spagna, della maison Balenciaga e delle celeb d’Oltreoceano, ma un uomo straordinariamente unico che, spogliato di quell’eccentricità e di quel cinismo che tanti conoscono, oggi narra di sé nella sua mansarda di Monza, la città dove è nato e da dove parte il nostro libro: la storia non solo di una vita, ma di centinaia di donne che ha incontrato nel suo cammino. “Ognuna di loro è unica, non saprei scegliere una preferita, perché in ciascuna ho messo un pezzo di me, della mia creatività, trasformandole, facendole diventare straordinarie, interpreti del mio sogno fatto di sobrietà ed eleganza”.
A parlare è il “sarto delle spose”, come ama definirsi. Mai stilista o, peggio, fashion designer. Un uomo che con estro, senso estetico e passione ha vestito le donne piu’ in vista del mondo, delle dive del cinema alle grandi top model degli anni ’90, alle signore dell’aristocrazia italiana.
“Sì, certo, le più famose. Isabella Rossellini, Whitney Houston, Ivana Trump. Un giorno, a Parigi, venne in boutique Audrey Hepburn … E non dimentico, naturalmente, Sharon Stone e Carolina di Monaco. Il mio luogo del cuore? Senz’altro Villa D’Este, a Cernobbio: lì ho conosciuto le più belle. Ricordo quando, affacciato al balcone della mia stanza, vidi Liz Taylor in accappatoio. Era meravigliosa”.
Quando in Italia sposarsi era un affare di famiglia, senza troppi fronzoli, momento intimo a partire dalla scelta dell’abito, c’era lui, l’uomo che ha sublimato la sposa vestendola di naturalezza e charme, tradizione e innovazione, riservandone un ruolo nuovo, da “coup de thèatre”. Tutti si affannavano a disegnare la donna di domani, lui invece anticipava ogni altro con quell’abito bianco che spesso chiudeva le sfilate dei grandi nomi, ma in che realtà pochi anni dopo avrebbe destato molta attenzione.
A CAPO DELLA MAISON BALENCIAGA
E’ all’età di undici anni che crea il suo primo abito da sposa, per sua sorella, in quella piccola sartoria che aveva aperto nel soggiorno della sua casa di ringhiera. Figlio di una mannequin, che gli aveva trasmesso il bello del sapersi vestire, e che a tarda notte si dilettava a cucire i propri abiti, “Renzino”, così lo chiamavano, aveva capito sin dalla tenera età di serbare in sé un dono prezioso: quello di saper cogliere la bellezza e di renderla desiderabile.
Compiuti i diciott’anni, all’indomani dei suoi primi defilè di abiti da sera e da sposa, i giornali dell’epoca scrissero: “Lorenzo Riva si sta imponendo per la sua genialità, un giovane ‘ nouvelle vague’, alto, sottile, unico, anzi paragonabile a Yves Saint Laurent”. Ma la sua unicità traspare da tutto: dai bozzetti che sembrano vere opere d’arte, ispirate ai grandi amici Enrico Baj, Lucio Fontana e Mimmo Rotella, dal suo modo di vivere sempre al massimo, senza mai farsi mancare nulla, e dal suo stile inimitabile.
All’incontro per succedere a Balenciaga nella sua maison, gli verrà chiesto di mostrare qualche lavoro. Lui, aprendo il cappotto, dirà: “Ecco, tutto quello che indosso è frutto della mia creatività”. Bastò questo a fargli conquistare il posto di successore nella casa di moda di Avenue George V e a farlo apparire su Le Figarò come un vero “creatore di talento”.
QUEL BAGLIORE NEI SUOI OCCHI
Accolto con orgoglio ed entusiasmo al rientro in Italia, decise ancora una volta di dare una svolta alla sua carriera, al fianco del socio Luigi Valietti, perfetta estensione della sua arte, a tratti più concreta e lungimirante, divenendo l’artista di alta moda che noi conosciamo. C’è chi lo ricorda per i suoi look talvolta eccentrici, ma in realtà solo all’avanguardia, chi si lascia andare a racconti immaginari – Lorenzo Riva con un pitone al collo – e chi invece gridò allo scandalo nel vederlo all’interno del Duomo di Monza con indosso i calzini rossi. Piazza di Spagna, Milano Collezioni, Montecarlo, Shanghai sono solo alcune tappe del suo successo.
Mentre crea il mondo nel frattempo cambia, soprattutto quello delle passerelle. Così, per alcuni anni “Renzino” sembra starne fuori. Ma la sua mente e il suo cuore sono ancora affamati di bellezza, di arte, di femminilità. Lorenzo Riva percorre elegantemente e in silenzio le viuzze storiche di Monza al fianco del compagno di lavoro e amico di una via, Luigi, prima di mettersi di nuovo all’opera, tornando a disegnare …
Oggi, tra le mura di casa, vive la sua ardente passione per la moda. Un fuoco che continua a bruciare nell’animo di di quest’uomo che non si piega alla difficoltà della vita, che guarda al futuro, tra un nuovo schizzo abbozzato sulla tovaglietta di carta del ristorante e quel bagliore di emozione intatto nei suoi occhi.